Lo dico fin da subito, tanto per chiarire. Amo Chiara Gamberale. La sua scrittura pulita e trasparente, la sua capacità di raccontare, il suo acume nel parlare delle donne e del loro complicatissimo universo. Questo libro è uscito un po' di tempo fa (nel mese di marzo) e ho aspettato fino ad ora per leggerlo soltanto perché, non avendolo ricevuto in regalo per il mio compleanno, ho dovuto attendere la lunga lista di prenotazioni della biblioteca. Ma ne valeva la pena, eccome.
Talvolta leggere il nuovo libro di un autore che ti piace tanto può essere tremendo: lo vedi in vetrina, lo aspetti, lo sfogli, lo annusi (sì, io annuso i libri freschi di stampa, sono buonissimi) e poi inizi a leggerlo, finalmente, con la paura che ti deluda, che non sia all'altezza delle aspettative. E il romanzo precedente di Chiara, Le luci nelle case degli altri, era semplicemente stupendo. Ebbene, sono felice di aver aspettato, me lo sono proprio gustato per bene.
Tanto per cominciare l'elenco della spesa. Ogni piccolo capitolo comincia proprio con la lista dei prodotti acquistati al supermercato da Tea e da Erica. E già qui mi viene da pensare a quante volte faccio proprio questo: cerco di capire chi ho davanti al supermercato in base a cosa c'è nel suo carrello. Ma le due donne protagoniste del romanzo vanno ben oltre, fantasticano sulla meravigliosa vita l'una dell'altra e sognano ad occhi aperti. Non è invidia, non è soltanto voglia di fuggire dalla propria realtà. Si tratta di qualcosa di più, di quella capacità tutta femminile di chiedersi cosa sarebbe successo se avessi fatto scelte diverse, come sarebbe la mia vita se potessi essere più capace di godermi quello che accade senza essere presa da tutte quelle cose piccole e stupide che mi distraggono da ciò che più conta, la mia felicità. E queste domande sono proprio quelle che ci troviamo nel caffè ogni mattina, che ogni notte si addormentano dopo di noi. Fermarsi a pensare a tutte quelle esistenze che potrebbero farci felici, se non fossimo sempre alle prese con la nostra. Questo fa la differenza tra il vivere davvero, compiutamente e lo scorrere dei giorni. Tra un carrello pieno di aspettative, desideri, sogni da costruire e uno di lasagne precotte da scaldare al microonde. Perché la felicità pronta all'uso, apri e gusta non esiste. E se essere se stesse ostinatamente ci porta a compiere errori, a uscire dal seminato bé, è anche l'unico modo che abbiamo per dare un senso al nostro essere qui, ora. Se non sai uscire da un tunnel arredalo, ma con buon gusto.
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