A dispetto del titolo e del carro armato in copertina, il romanzo di Filippo Bologna non racconta di una guerra, o meglio non solo e non semplicemente di questo. Racconta di un uomo che si confronta con la sua famiglia, i suoi antenati, i suoi contemporanei, con la donna che ama e soprattutto con la realtà che lo circonda. Cosa mai potrà succedere in un piccolo paesino della Toscana in cui tutti si conoscono e la routine quotidiana è ormai la normalità? Bé per esempio che arrivi un magnate a sconvolgere i consolidati equilibri cittadini con una proposta economica che sconvolge il paese. Ma non si tratta soltanto di schierarsi da una parte o dall'altra, di supportare o di combattere appunto l'Ottone Gattai della situazione. Perché forse, quello che Filippo Bologna vuole comunicarci è la difficoltà estrema con cui un uomo affronta il mondo che lo circonda tentando di cambiarlo secondo i suoi principi e la sua morale, parola e soprattutto concetto quanto mai fuori moda oggi. Al dì là della trama, che porta ad immaginare ogni singolo albero del paesino in cui la storia è ambientata, bisogna riconoscere a Filippo Bologna, e una volta tanto all'editor che ce l'ha consegnato su fogli di carta riciclata, il merito di scrivere in un italiano meravigliosamente fluente, dolce come l'acqua della montagna e insieme incrostato di quei toscanismi a cui ci hanno abituato i grandi della letteratura italiana. Per una volta, lasciatecelo dire: evviva!
Per la scheda del libro si veda la pagina di riferimento sul sito dell'editore: