No, non è uno sdolcinato romanzetto d'amore. E neppure una storiella con l'happy end garantito. Nonostante quello che la copertina possa suggerire e i più prevenuti di voi possano pensare, Io prima di te è molto più di questo. E se da un lato lo dico con rammarico perché ho iniziato a leggerlo cercando proprio quel lieto fine che ad alcuni fa venire l'orticaria, dall'altro non posso in tutta onestà non confessarvi che sono rimasta incollata a queste 396 pagine.
Louisa Clark ha ventisei anni e vive con la sua famiglia in un piccolo paesino in cui tutti si conoscono e sanno tutto di tutti. La storia comincia con la perdita del lavoro di Lou e la sua ricerca di un nuovo impiego, che la porterà lungo percorsi inaspettati a scoprire ciò che ancora non sa di se stessa prima ancora che degli altri. Will Traynor dalla sua sedia a rotelle insegnerà a Louisa ad aprire i suoi orizzonti, a sognare in grande, a non accontentarsi di una vita conservata in ordine e perfetta sotto naftalina. E non si tratta soltanto di imparare a fare immersioni nella barriera corallina o viaggiare in aereo dall'altra parte del mondo. Aprire la mente è innanzitutto conoscere se stessi nel profondo, accettarsi completamente (sbagli compresi), lasciare spazio ai dolori più grandi perché possano consumarsi e pian piano farsi più leggeri; e il cammino percorso non può essere cancellato, permane indelebile a ricordarci quello che eravamo e quanta strada abbiamo compiuto per arrivare a essere quello che siamo. Tuttavia io credo che ci sia una componente che sfugge (fortunatamente) al nostro controllo. E questi sentimenti, queste imprevedibili sfumature che la vita disegna senza chiederci alcun permesso fanno la differenza, tutta la differenza del mondo. Il filo che separa l'amore dall'affetto, la com-passione (nel senso greco del termine) dalla pietà, la vita dalla morte, per quanto sottile esiste, c'è e non può essere scavalcato senza conseguenze. Io (ma è un pensiero del tutto personale) credo che il dolore e la sofferenza siano personali, intimi e privati e per questo non sottoponibili a giudizio con un metro esterno e lineare. Tuttavia credo con la stessa fermezza che a volte crediamo di poter decidere di cose che non stanno nelle nostre mani e che affidandoci con amore potremmo trovare molte più risposte di quante possiamo immaginare.