In contemporanea con l'uscita del film di Fausto Brizzi, in questi giorni nelle sale, mi sono cimentata nella lettura del delizioso libro di Federica Bosco da cui è tratta la pellicola. Al di là della bellissima copertina, un tripudio di caramelle e colori da far venire l'acquolina in bocca solo a guardarla, il romanzo si legge d'un fiato. Andrea, trentenne disoccupato, vive con la madre, la nonna, la badante di quest'ultima e ben tre sorelle in una casa non esattamente spaziosa. Si potrebbe pensare che Andrea sia un mammone di quelli parcheggiati a casa dei genitori perché incapaci di scegliere in modo autonomo e, in fin dei conti, di crescere. Certamente Andrea è un po' travolto da una tribù familiare tutta al femminile che gli impedisce di tagliare il cordone ombelicale e di cominciare a camminare da solo. La svolta, manco a dirlo, è data da una donna, Giulia, di cui Andrea forse si innamora (i sentimenti dei maschi sono sempre confusi) e che certamente gli cambia la vita. Giulia è colta, gentile, molto bella, elegante, discretamente ricca. Giulia capisce e accetta le intrusioni, i silenzi, le attese, aspetta pazientemente che Andrea sia pronto a sceglierla, ad amarla. Dunque è destinata ad essere messa da parte, tradita, ingannata. Già perché più una donna capisce, più è possibile che il maschio in questione se ne approfitti. Meglio la stronza che fa dell'uomo un tappetino da piedi, forse. Non a caso questo libro, seppur narrato con voce maschile, è scritto da una donna che sa raccontare spietatemente e deliziosamente i rapporti tra i due sessi. A furia di aspettare si rischia di perdere ciò che si ama ma forse infondo questo dolore è l'unico ci fa crescere per davvero.
Nessun commento:
Posta un commento