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martedì 22 gennaio 2013

Pazze di me


In contemporanea con l'uscita del film di Fausto Brizzi, in questi giorni nelle sale, mi sono cimentata nella lettura del delizioso libro di Federica Bosco da cui è tratta la pellicola. Al di là della bellissima copertina, un tripudio di caramelle e colori da far venire l'acquolina in bocca solo a guardarla, il romanzo si legge d'un fiato. Andrea, trentenne disoccupato, vive con la madre, la nonna, la badante di quest'ultima e ben tre sorelle in una casa non esattamente spaziosa. Si potrebbe pensare che Andrea sia un mammone di quelli parcheggiati a casa dei genitori perché incapaci di scegliere in modo autonomo e, in fin dei conti, di crescere. Certamente Andrea è un po' travolto da una tribù familiare tutta al femminile che gli impedisce di tagliare il cordone ombelicale e di cominciare a camminare da solo. La svolta, manco a dirlo, è data da una donna, Giulia, di cui Andrea forse si innamora (i sentimenti dei maschi sono sempre confusi) e che certamente gli cambia la vita. Giulia è colta, gentile, molto bella, elegante, discretamente ricca. Giulia capisce e accetta le intrusioni, i silenzi, le attese, aspetta pazientemente che Andrea sia pronto a sceglierla, ad amarla. Dunque è destinata ad essere messa da parte, tradita, ingannata. Già perché più una donna capisce, più è possibile che il maschio in questione se ne approfitti. Meglio la stronza che fa dell'uomo un tappetino da piedi, forse. Non a caso questo libro, seppur narrato con voce maschile, è scritto da una donna che sa raccontare spietatemente e deliziosamente i rapporti tra i due sessi. A furia di aspettare si rischia di perdere ciò che si ama ma forse infondo questo dolore è l'unico ci fa crescere per davvero.

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