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domenica 16 dicembre 2012

Come ho perso la guerra


A dispetto del titolo e del carro armato in copertina, il romanzo di Filippo Bologna non racconta di una guerra, o meglio non solo e non semplicemente di questo. Racconta di un uomo che si confronta con la sua famiglia, i suoi antenati, i suoi contemporanei, con la donna che ama e soprattutto con la realtà che lo circonda. Cosa mai potrà succedere in un piccolo paesino della Toscana in cui tutti si conoscono e la routine quotidiana è ormai la normalità? Bé per esempio che arrivi un magnate a sconvolgere i consolidati equilibri cittadini con una proposta economica che sconvolge il paese. Ma non si tratta soltanto di schierarsi da una parte o dall'altra, di supportare o di combattere appunto l'Ottone Gattai della situazione. Perché forse, quello che Filippo Bologna vuole comunicarci è la difficoltà estrema con cui un uomo affronta il mondo che lo circonda tentando di cambiarlo secondo i suoi principi e la sua morale, parola e soprattutto concetto quanto mai fuori moda oggi. Al dì là della trama, che porta ad immaginare ogni singolo albero del paesino in cui la storia è ambientata, bisogna riconoscere a Filippo Bologna, e una volta tanto all'editor che ce l'ha consegnato  su fogli di carta riciclata, il merito di scrivere in un italiano meravigliosamente fluente, dolce come l'acqua della montagna e insieme incrostato di quei toscanismi a cui ci hanno abituato i grandi della letteratura italiana. Per una volta, lasciatecelo dire: evviva!
Per la scheda del libro si veda la pagina di riferimento sul sito dell'editore: 

martedì 4 dicembre 2012

L'angolo dei lettori ribelli

 
Quando un libro non lo prendi tu (dallo scaffale della biblioteca o della libreria) ma qualcuno lo sceglie per te, lo leggi con ancora più curiosità, cercando qualcosa che ti somigli o almeno un indizio del perché abbiano scelto proprio quello. Il libro di Rebecca Makkai forse ha come protagonista una ragazza un po' fuori dal tempo, di quelle un po' rare ma non ancora del tutto estinte ventiseienni che credono nei libri, sono certe che i libri possano salvare la vita delle persone. Sognatrice? Idealista? Forse, ma si vive di sogni infondo.
Lucy Hull fa la bibliotecaria e lo fa talmente in modo ostinato da farsi venire un eritema sulle gambe a causa del contatto con la poltroncina della sua scrivania, collocata nella sezione ragazzi. 
Lucy Hull consiglia i libri a quei lettori in grado di comprenderne il contenuto eccezionale. Ma c'è un piccolo lettore in particolare che Lucy stima, perché sa che il suo cuore si sta plasmando pagina dopo pagina e si sente parte di quella creazione. Ian e Lucy diventano complici, amici, legati da un filo indissolubile che si chiama letteratura. L'amore per i libri può essere totalizzante e a tratti forviante perché si ha l'illusione che la realtà sia regolata dalle stesse leggi che si trovano tra le pagine. E il confine è talmente labile che a volte svanisce o pare svanire. Ma l'importante è che al termine di quella straordinaria avventura, qualunque essa sia, ci rimanga la consapevolezza di aver vissuto qualcosa di autentico, che ci ha permesso di scoprire chi siamo davvero. Ecco, i libri forse servono a questo, a salvare la nostra vita da noi stessi.

giovedì 29 novembre 2012

La casa editrice Einaudi in mostra a Palazzo Reale

Quando si parla di Giulio Einaudi si pensa immediatamente a quel meraviglioso periodo della storia italiana in cui fare editoria equivaleva a fare cultura. Gli intellettuali, i maggiori esponenti delle correnti letterarie del secondo Novecento si raccolsero intorno alla carismatica figura dell'editore piemontese. 
Proprio ai percorsi culturali della casa editrice è dedicata la mostra allestita nelle sale al piano terra di Palazzo Reale a Milano (fino al 13 gennaio 2013, ingresso libero). 




In esposizione volumi editi da Einaudi: partoclare spazio è riservato alla celberrima collana "I Coralli" curata da Elio Vittorini a partire dal 1947 e all'altrettanto famosa "Opere di maestri contemporanei" di Lamberto Vitali. Promossa dal Comune di Milano, in collaborazione con la Fondazione Giulio Einaudi e con Skira editore, la mostra è un gradito omaggio alla storia della casa editrice e della cultura dell'Italia intera.

 

 Le immagini sono tratte dalla pagina di riferimento del sito del Comune di Milano: http://www.comune.milano.it/portale/wps/portal/CDM?WCM_GLOBAL_CONTEXT=/wps/wcm/connect/ContentLibrary/giornale/giornale/tutte+le+notizie+new/cultura+expo+moda+design/mostra_einaudi_pal_reale

giovedì 8 novembre 2012

Bookcity Milano

 Bookcity Milano home 
Milano è una città stupenda. Quando si hanno il tempo e la voglia di scoprirla, poi, lo è ancora di più. Quando i suoi angoli più belli si rivelano, non ne parliamo. Bene, allora mettete una delle cornici più affascinanti della città, il Castello Sforzesco, aggiungete i libri che sono quanto di più speciale si possa immaginare lì e il gioco è fatto. Un tranquillo weekend di novembre diventa Bookcity Milano: un laboratorio dedicato alla lettura, un momento per incontrare autori, partecipare a dibattiti, visitare mostre. L'evento si svolgerà tra il 16 e il 18 novembre prossimi, l'inaugurazione sarà giovedì 15 alle ore 20.30.
Tutti gli incontri saranno con ingresso libero e gratuito. 
Tutte le informazioni sul sito: http://www.bookcitymilano.eu/

mercoledì 7 novembre 2012

Le mille bocche della nostra sete

 

Volete sapere la verità vera? Ho ordinato questo libro tramite il catalogo on line della mia biblioteca senza sapere quasi nulla dell'autore o della trama. Il titolo mi è sembrato stupefacente e certo quando l'ho preso in mano in biblioteca, ho pensato che la copertina non avesse nulla da invidiare alle bellissime sovracoperte a cui la Mondadori ci ha abituati. Bé, questo libro ha scardinato tutte le mie aspettative, nel bene e nel male. Non soltanto perché le bocche del titolo sono quelle di due donne, ma anche perché il loro amore è raccontato con delicatezza, a tratti con durezza, da un uomo. Emma e Marzia si conoscono da ragazzine, vivono insieme quelle lunghe, interminabili estati in cui l'adolescenza rende frizzanti e insieme inquiete. Scoprono loro stesse, i loro corpi, la forza della sensualità e del fascino che una donna può esercitare verso un uomo. Emma e Marzia vivono vent'anni separate, in zone opposte del pianeta Terra eppure finiscono per ritriovarsi. Perché quello che questo romanzo di Guido Conti ci insegna è che nulla può essere mai dato per scontato, che quando due persone sono legata dal filo del destino in qualche modo quel filo le unisce, per sempre. Che una buona storia di donne può essere raccontata anche da un autore maschio (seppur con qualche eccesso melenso) e che l'amore è sempre amore. Sempre.

giovedì 25 ottobre 2012

Il primo marito


 
Uscito nel bel mezzo della stagione estiva (luglio 2012), quest'ultimo romanzo di Laura Dave potrebbe sembrare una semplice lettura estiva, che accompagna perfettamente le nostre gite in spiaggia sotto l'ombrellone. Se pubblichiamo però un post quasi alla fine del mese di ottobre un motivo ci sarà. Perché non vorremmo che questo fosse inquadrato come un libro al femminile, né una commediola (che odiamo le etichette in campo letterario è ormai cosa nota). Annie Adams, trent'anni compiuti, pensa di aver avuto tutto dalla vita: tiene una rubrica di viaggi su una rivista, ha un fidanzato e una splendida cagnolina. Eppure qualcosa va inaspettatamente storto, nonostante le più rosee aspettative (sue e nostre). Ciò che di autenticamente femminile persiste in questo romanzo è il tentativo di seguire il cuore lasciando spazio alla testa e ai suoi ragionamenti, è la superstizione che ti fa collegare la visione di un film a un cambiamento (in peggio) della nostra vita, è la fragilità che si vive quando si è lasciate (per qualcun'altra), è l'ostinazione nel voler realizzare i propri sogni. E, quel che più conta, quando si arriva a comprendere che talvolta semplicemente due persone non riescono ad amarsi contemporaneamente, allora anche un amore passato può essere definitivamente archiviato per lasciare spazio alla gioia del presente.

lunedì 15 ottobre 2012

Perché essere felice quando puoi essere normale?

 
 Un titolo così è senz'altro l'orgoglio di chi l'ha pensato. Ti spinge a leggere la quarta di copertina solo per la curiosità di capire che cosa significhi questa buffa domanda. retorica, direte voi. No, no reale come non mai, soprattutto quando te la pone tua madre. Ma andiamo con ordine. Siamo in un piccolo paesino dell'America degli anni Settanta, Jeanette Winterson, sedici anni, vive con la madre e il padre in una grende casa. Fin qui nulla di strano. Se non fosse per il fatto che Jeanette si scopre innamorata di una sua amica, ma soprattutto che quella madre ossessionata dall'idea di peccato, di rettitudine e di morale, abbia adottato Jeanette quando aveva sei settimane di vita. Il cuore di questa storia narrata senza remore, senza neppure celare il nome dell'autrice che si rispecchia pari pari in quello della protagonista, non è semplicemente una storia d'amore omoerotica. Si tratta del complesso rapporto tra una donna e sua madre e di come questo influenzi il modo in cui la figlia guarda il mondo e si relaziona con chi la circonda. Un tema mai del tutto superato, mai banale, in questo caso trattato il modo lucido e reale. La sofferenza di chi si trova da adulta a tentare di (ri)costruirsi una identità è percepita in modo forte e deciso, come una domanda diretta e pungente di felicità più che di normalità.

lunedì 8 ottobre 2012

Qualcosa di scritto

 
Vi sarete chiesti a che cosa servisse il sondaggio che ho lanciato relativo al libro dell'anno. Semplice, seguendo i vostri consigli avrei letto e di conseguenza preparato una recensione del libro più votato. Come sapete ha vinto Qualcosa di scritto di Emanuele Trevi. Candidato e finalista al Premio Strega 2012, il libro si pone a metà tra il saggio e il racconto di una parte della vita di Pier Paolo Pasolini. Non si tratta però semplicemente di una biografia, bensì della rilettura di Petrolio, romanzo incompiuto e pubblicato postumo da Einaudi nel 1992, considerato da molti come il testamento dell'autore. Trevi con la sua saggezza ci guida tra le pagine di Petrolio, ci accompagna nell'incontro con lo scrittore più amato e odiato del Novecento. 
Il titolo ricalca la definizione che Pasolini propose dello stesso testo incompiuto, come se indicandolo semplicemente come "qualcosa di scritto" volesse sfuggire alle opprimenti etichettature a cui la critica italiana lo aveva abituato. Accanto alla riscoperta dell'autore che immagina e realizza Petrolio, si trova lo scorrere contemporaneo della vita nel Fondo Pasolini di Roma, dove la voce narrante ha lavorato e incontrato molte figure di spicco del panorama italiano.
Non è necessario essere dei critici per apprezzare quest'opera: basta avere curiosità e passione per la letteratura e si potrà godere di un buon romanzo scritto in un italiano curato e decisamente gradevole.

lunedì 1 ottobre 2012

L'altro e l'altrove

 
In uscita questa settimana in tutte le librerie il saggio di Marco Aime e Davide Papotti L'altro e l'altrove. Antropologia, geografia e turismo, Piccola Biblioteca Einaudi. Gli autori si occupano rispettivamente di Antropologia Culturale e di Geografia Culturale. Davide Papotti ha già pubblicato Geografie della scrittura. Paesaggi letterari del Medio Po (Pavia 1996) e con Luisa Rossi ha curato Alla fine del viaggio (Reggio Emilia 2006). Insegna presso l'università di Parma. Marco Aime invece con Einaudi ha pubblicato Eccessi di culture (Vele 2004), Il primo libro di antropologia (Pbe Mappe, 2008), Una bella differenza. Alla scoperta delle diversità nel mondo (Super ET, 2009) e con Anna Cossetta, Il dono al tempo di Internet (2010). Ha inoltre curato M. Mauss, Saggio sul dono (Pbe 2002) e l'edizione italiana del Dizionario di antropologia e etnologia (Grandi Opere 2006 e Piccola Biblioteca Einaudi 2009). Chi come me ha avuto l'occasione di incontrarlo (insegna Antropologia Culturale all'Università di Genova) sa bene che Marco Aime vive il suo mestiere con passione e non esita a mettersi in gioco anche ora che è un antropologo affermato. In quest'ultimo saggio il tema dell'alterità, un classico dell'Antropologia Culturale, si sposa con quello del turismo, delle immagini, degli immaginari che influenzano prima della partenza, durante il viaggio e al ritorno a casa. Un'ottima riflessione sull'immaginario, dunque, che mantiene vivo e brillante il panorama dell'Antropologia italiana contemporanea.

domenica 30 settembre 2012

Gli ingredienti segreti dell'amore

 
Chi è stato a Parigi almeno una volta nella vita sa benissimo che ogni angolo dell città è magico. Probabilmente l'aria stessa che si respira ti porta a confondere ciò che sogni con la realtà e viceversa. Non poteva che essere ambientato a Parigi questo cioccolatosissimo romanzo di Nicolas Barreau, e non perché è la città dell'amore. C'è tutta Parigi dentro le pagine del suo libro. Ci sono i vicoli di Montmatre e i ristoranti con le tovaglie a quadretti rossi. Proprio come quello di Aurélie Bredin che ne gestisce uno tutto suo con tanto amore. Un giorno scopre che proprio quel luogo, coltivato con passione come un giardino, è al centro di un romanzo. Allora, qualsiasi parigina con un cappotto rosso nell'armadio partirebbe alla ricerca dell'autore del romanzo perché si sa, le coincidenze non esistono, tanto meno a Parigi. Ma se il fantomatico autore è un solitario inglese che nessuno ha mai visto né incontrato e i messaggi per lui vengono tutti filtrati dall'affascinate editor francese André, l'impresa potrebbe diventare assai ardua. Ma Aurélie è caparbia e convinta di quello che fa, certa che i sogni si possano avverare. E alla fine del libro, che si gusta come una cioccolata calda in boulevard Saint-Germain, lascia anche in noi la stessa consapevolezza. Un romanzo non potrebbe desiderare eredità migliore. 

Ecco il link del booktrailer di Feltrinelli: http://www.youtube.com/watch?v=E200fafyHKQ

venerdì 28 settembre 2012

Occupy Library

Friern Barnet Library
Questa che vedete è una piccola biblioteca pubblica di Londra, quartiere New Southgate. Nulla di strano dunque. Cercando però nell'immenso mare di internet un'immagine della Friern Barnet Library, emergono meravigliose fotografie che la fanno apparire come un luogo amato e straordinariamente vivo.

 
Non che abbia bisogno di queste foto per credere che la biblioteca sia un luogo di vita, ma certamente vista la situazione nella quale si trovano non fa male sapere quanto siano amate. Qui c'è gente che di fronte alla possibilità di una chiusura della biblioteca ha incrociato le braccia e l'ha occupata, proprio come si fa con una casa quando si è sfrattati o con il posto di lavoro se tira aria di licenziamenti. Questi straordinari cittadini affermano di non riuscire a capire come si possa fare il loro bene chiudendo la loro biblioteca. La comunità tutta ne risentirà. Parole sante e preziose. Lasciatemi esultare, permettetemi di essere lì con loro, almeno con il pensiero. Il mondo si deve cambiare. E voi siete la prova che talvolta si può riuscire a farlo.
Ecco il link dell'articolo che il Times ha dedicato alla vicenda:
http://www.times-series.co.uk/news/9546711.Campaigners__robbed__of_library/

giovedì 27 settembre 2012

Trieste Next




Questo fine settimana Trieste diventa la location di un importante evento culturale e scientifico: Trieste Next - Salone Europeo dell'Innovazione e della Ricerca Scientifica. Il tema scelto per questa prima edizione è “SAVE the food”, in cui Save è anche acronimo di:
  • SOSTENIBILITA' nei processi di produzione e sviluppo della filiera agroalimentare
  • AUTENTICITA' come valore cardine della cultura del cibo
  • VARIETA' come sinonimo di qualità ed eccellenza
  • ESPERIENZIALITA' come fattore decisivo e nell’approccio all’alimentazione
I relatori saranno di fama internazionale: dal ministro Profumo a Margherita Hack, da Claudio Magris a Marco Paolini. Ma a parlare di sicurezza alimentare, utilizzo degli OGM, neuroscienze, percezione del cibo e impatto sulla salute, disturbi alimentari non saranno soltanto loro, l'elenco è lungo e lo trovate completo e dettagliato sul sito (http://www.triestenext.it/archivio/p/index/archivio/relatore/mode/all/order/cognome/result/200/cs/448/). Permetteteci però di sottolineare la grande opportunità offerta al pubblico, cioé quella di incontrare Robert Darnton. Direttore delle biblioteca universitaria di Harvard, è stato insignito di moltissimi e importanti riconoscimenti quali i premi MacArthur Fellowship e National Book Critics Circle, l’elezione alla Legione francese d'onore e la National Humanities Medal conferitagli dal presidente Obama nel febbraio 2012. Sarà presente domani, 28/09/2012, presso la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori alle ore 18.00, durante il dibattito dal titolo "Open access per la comunicazione scientifica: diffusione sostenibile della scienza e mondo digitale". Una grande occasione per incontrare qui in Italia il celeberrimo studioso statunitense. 

Per il programma completo dell'iniziativa si faccia riferimento al sito: http://www.triestenext.it/ dal quale è stata tratta anche l'immagine qui riprodotta.

Il rumore dei baci a vuoto


Luciano Ligabue, dopo grandi successi quali La neve se ne frega e Lettere d'amore nel frigo, per citarne due tra i più celebri, si cimenta in un nuovo esperimento letterario. Si tratta di una raccolta di racconti dai titoli suggestivi, di scorci di vita potenti. Il narratore è quasi trasparente nel senso che lascia pieno spazio ai personaggi, ai loro pensieri, alle loro parole e paure. In poche pagine si affrontano temetiche dure come la morte, la malttia ma anche la vita, l'amore, le difficoltà lavorative, l'eredità lasciata da chi non c'è più. 
Non avevo mai letto nulla di Ligabue e devo dire che la sua scrittura limpida si adatta molto bene alla struttura narrativa del racconto, che tra l'altro ha l'indiscutibile vantaggio di essere fruibile ovunque, in tram, in metro, nel tragitto casa-lavoro, insomma ideale per la vita di tutti i giorni.

Le immagini e la citazione sono tratti dal sito: http://www.einaudi.it/speciali/Luciano-Ligabue-Il-rumore-dei-baci-a-vuoto
Per visionare il book trailer si può far riferimento a questo link: http://www.youtube.com/watch?v=YXDto2WK7bI

venerdì 21 settembre 2012

Artelibro 2012

 
 Artelibro Festival del Libro d'Arte

 L’Arte di fare il Libro d’Arte

9ª edizione

Il collezionismo librario: raccogliere è seminare
 
Palazzo Re Enzo e del Podestà

21 - 23 settembre 2012

Opening giovedì 19.00 - 21.00

Venerdì e sabato 10.00 - 20.00

Domenica 10.00 - 19.00

INGRESSO LIBERO
 
In questi giorni la città di Bologna vive un importante momento culturale alla scoperta del Libro d'Arte. Giunto alla sua nona edizione, il festival porrà quest'anno al centro di incontri ed esposizioni il collezionismo librario. La novità rispetto alle precedenti edizioni è costituita da un'indagine relativa a progetti italiani e internazionali di editoria autoprodotta e sperimentale, in collaborazione con Associazione Culturale Crudo. In occasione di questo evento, fino al 23 settembre la Libreria dell'Arte di Piazza Nettuno rimarrà aperta fino alle ore 22.00. Questa sera (venerdì 21) alle ore 20.00 presso il Museo Civico Medievale saranno inaugurate le mostre "I Corali di San Sisto a Piacenza" e "Lazz Matisse". Inoltre alle ore 19.00 presso la Biblioteca Renzo Renzi si terrà la presentazione del fondo di Pietro Tortolina, a seguire al cinema Lumière si potrà assistere alla proiezione del film di Marco Segato che vede protagonista proprio il cinefilo padovano. Domani (sabato 22) invece sarà il turno delle dodici Gallerie d'Arte associate all'ASCOM-Confcommercio di Bologna: presenteranno infatti progetti dedicati proprio al Libro d'Artista.
 Le informazioni e l'immagine sono tratti dal sito www.artelibro.it al quale è possibile fare riferimento per avere maggiori informazioni sugli eventi in programma e sulle location di riferimento.
 

 

giovedì 20 settembre 2012

Esordio letterario per Giuliano Sangiorgi

             
Giuliano Sangiorgi è famoso (giustamente) in Italia e non solo come autore e cantante dei Negramaro. Dopo progetti diversi che l'hanno portato ad affermarsi come importante cantautore, si cimenta ora in una nuova impresa: la pubblicazione del suo primo romanzo. Lo spacciatore di carne (Einaudi, Stile libero Big, 184 pagine, 16,00 euro) dovrebbe uscire in libreria il 2 ottobre. Intanto sul web e sui giornali si rincorroni voci e indiscrezioni, segno inequivocabile della curiosità che si prova nei confronti di questo esorio letterario. Si tratterebbe di una storia d'amore tra Edoardo, universitario pugliese che risiede a Bologna, e Stella. Il titolo allude a una vera e propria ossessione, che il protagonista vive, nei confronti della carne. "Un grido di amore e follia" come Sangiorgi stesso lo ha definito. Non ci rimane che aspettare e vedere se la forza che riesce ad avere nei suoi testi musicali sarà altrettanto potente anche tra le pagine del suo romano.
 

domenica 16 settembre 2012

Come se niente fosse

 
Se una scrittrice ferma da tempo sullo stesso racconto dopo un primo piccolo successo editoriale inizia a lavorare in radio, dovrebbe essere felice di questa vacanza dalla scrittura. Dovrebbe viverla come un momento di stacco da un mondo nel quale non riesce più a muoversi come un tempo. Ma quello dello scrittore non è un mestiere, è un modo di vivere e se c'è una sola cosa che la protagonista del romanzo di Letizia Muratori impara dopo molto tempo, è che puoi esserlo o non esserlo, senza mezze misure. Puoi scegliere di raccontare o di celare dietro un velo di mistero quello che ti tocca profondamente ma questa decisione è la base non di un successo editoriale, non è di questo che stiamo parlando, ma della riuscita della tua vita. Essere scrittore come se niente fosse no, proprio non si può. Allora non importa se troviamo spazio nelle caotiche vite dei lettori, se riusciamo a scaturire il loro interesse, quello che abbiamo da raccontare è abbastanza, è tutto. Raccontare come se intorno niente fosse. 

Maggiori informazioni sul sito della casa editrice Adelphi: http://www.adelphi.it/libro/9788845927140

venerdì 14 settembre 2012

Paolo Giordano di nuovo, finalmente


 

Tutti noi che abbiamo letto e amato profondamente La solitudine dei numeri primi (Mondadori, 2008 vincitore dei premi Strega, Campiello e Merck Serono) attendiamo con ansia e trepidazione crescente l'uscita de Il corpo umano (Mondadori, uscita prevista il 12 ottobre, qui a sinistra la copertina). Sappiamo bene che dopo lo straordinario successo della prima opera sarà difficle replicare. Difficile, certo ma non impossibile. Non per chi come Paolo Giordano è riuscito a scrivere di temi delicatissimi, a raccontare una tipologia di dolore che ti strazia dentro e che è raro trovare così vero in un'opera di fantasia. Quell'empatia che Mattia e Alice hanno costruito con noi senza forzature, solo tramite la forza autentica della parola letteraria ha reso uniche tutte le pagine del romanzo, caso editoriale dell'anno 2008. Scontato dunque che prima ancora dell'uscita in libreria, Il corpo umano faccia parlare di sé, altrettanto prevedibile che l'autore ci tenga a sottolineare la distanza e la diversità dei suoi due lavori. Sa bene quanto sia fondamentale non creare false aspettative nei lettori che, in tempi di crisi, scarseggiano. Un viaggio in Afghanistan intrapreso nel 2010, l'immedesimazione nei soldati che vivono quella realtà quitidiana, l'energia scaturita da un viaggio: gli elementi per un buon romanzo ci sono tutti. Staremo a vedere se ancora una volta Paolo Giordano saprà creare con il cuore e conquistare di nuovo milioni di lettori.

Mi scuso per la bassa qualità dell'immagine ma purtroppo è disponibile online soltanto un'anteprima della stessa.

giovedì 13 settembre 2012

Pordenonelegge

Nato nel 1999 come iniziativa per far conoscere le potenzialità turistiche e culturali della città, Pordenonelegge è oggi una vera e propria festa del libro. Ripercorrendo la sua storia possiamo evidenziare come la svolta principale si attuò nel 2002, quando si comprese l'importanza di affidare la direzione artistica di un evento del genere direttamente a un gruppo di operatori culturali ben radicati nel territorio. In dieci anni di strada se n'è fatta, basta guardare il cartellone con gli eventi proposti tra il 19 e il 23 settembre prossimi: da attività per bambini a premiazione di concorsi, da spazi per scrittori emergenti fino ad aperitivi letterari e interviste agli autori. Inoltre al di là del festival di settembre, nell'arco di tutto l'anno lo staff promotore organizza appuntamenti ed eventi in tutta Italia e all'estero. 

Per vedere lo spot, leggere il programma dettagliato e scaricare l'app, fate riferimento al sito www.pordenonelegge.it.

martedì 11 settembre 2012

Cose che nessuno sa


Dopo aver letto Bianca come il latte rossa come il sangue (Mondadori, 2010) ero molto curiosa di sapere se Alessandro D'Avenia con il suo nuovo libro avrebbe retto il confronto. Il primo è stato infatti il classico caso editoriale da passaparola: in libreria venivano tantissime persone delle età più disparate a chiedere quel libro consigliato dall'amica, dalla sorella, dall'insegnate. Già perché Bianca come il latte rossa come il sangue ha raggiunto persino l'universo della scuola. E non soltanto perché gli studenti lo leggevano sotto il banco, ma perché anche i docenti lo consigliavano come lettura. Facile, direte voi, visto che D'Avenia di mestiere fa il professore di lettere. No, per nulla scontato invece, visto che a scuola gli autori più nuovi che vengono proposti sono Calvino e Pavese.
Ma torniamo a Cose che nessuno sa. Il romanzo potrebbe sembrare simile per molti versi al precedente: adolescenti a scuola, confronto con il mondo dei grandi. Eppure c'è qualcosa che rende speciale questo testo. Per esempio la vicenda in parallelo di un adulto in senso anagrafico che non riesce a diventarlo nella vita vera e si tratta proprio del professore. La guida per eccellenza che si perde tra il mondo della letteratura e la realtà che lo circonda. Questo è forse l'elemento nuovo e più positivo di tutta la vicenda. Per il resto che per diventare grandi occorra affrontare anche dolori e difficoltà già ce l'aveva narrato D'Avenia. Resta la sua eccezionale capacità di raccontare i ragazzi, con le loro fragilità e i loro punti di forza. E anche con tutte quelle loro cose che nessuno sa.

venerdì 31 agosto 2012

Questo è solo un arrivederci

   
Immagini liberamente tratte da siti e blog (blog.vita.it, cial onlus.org, fellback.it)

Pochi minuti fa abbiamo appreso la notizia della morte di Carlo Maria Martini. Aveva 85 anni e stava trascorrendo questo ultimo periodo di malattia a Gallarate, presso l'istituto filosofico Aloisianum. Lasciamo la retorica a chi sa scrivere meglio e su testate più prestigiose. Nel mio piccolo ricordo con tenerezza la correzione delle bozze delle lettere, uscite sul Corriere della Sera nel periodo natalizio, quando tutti sono in vacanza e i redattori e correttori dei quotidiani lavorano comunque febbrilmente. Ricordo la mia emozione e anche la delicatezza con cui egli sapeva affrontare questioni spinose o lettori dai toni particolarmente duri. Ricordo i camion di cesti e doni che ogni Natale arrivavano a Gallarate, dove egli risiedeva, proprio come una processione segno del profondo affetto che molte persone comuni nutrivano per lui. La sua bibliografia è quasi sterminata (Le ali della libertà, Conversazioni notturne a Gerusalemme, Le tenebre e la luce, Il Dio nascosto, Qualcosa di personale per citarne solo alcuni titoli), le imprese compiute come arcivescovo di Milano altrettanto. Non voglio utilizzare parole superflue né altisonanti ma solo esprimergli la mia gratitudine, anche per ciò che ha sempre detto e fatto nei confronti degli scout. Spero che il percorso da lui intrapreso possa essere il punto di partenza per chi avrà il difficile compito di venire dopo di lui.

giovedì 30 agosto 2012

Auguri a una editor ante litteram

  File:MaryShelleyEaston3.jpg
A sinistra: Ritratto di Mary Shelley (particolare) di Richard Rothwell (1840) 
A destra: Ritratto di Mary Shelley compiuto da Reginald Easton (1857 circa)

Oggi è il compleanno di una grande scrittrice di tutti i tempi, Mary Wollstonecraft Godwin, meglio nota con il cognome del marito, Shelley. Nata nel 1797, più di duecento anni fa, è entrata nelle nostre vite negli anni del liceo, grazie all'opera che l'ha resa famosa fino ad oggi, Frankenstein: or The Modern Prometheus, pubblicata nel 1818. Ma questa giovane donna, a ventun anni aveva compiuto già molte imprese incredibili per quei tempi, quasi quanto scrivere un'opera di secolare successo. Tanto per cominciare da qualche anno aveva una relazione con Percy Bysshe Shelley, nulla di strano se non fosse che il gentiluomo all'epoca era già sposato con Harriet Westbrook. Come se non bastasse fuggì con lui in Francia e rimase incinta di una bambina. Alla fine riuscì a sposarlo nel 1816, ma solo dopo il suicidio della di lui consorte. Probabilmente la sua forza d'animo le derivava da un'infanzia difficile vissuta accanto alla sorellastra Claire Clairmont e permeata dei valori del femminismo che si respiravano nella sua casa di filosofi. Sta di fatto che non solo come abbiamo detto, alla bellezza di ventun anni scrisse quel capolavoro di Frankenstein, ma si preoccupò anche, una volta morto il marito, di curare la pubblicazione delle sue opere. Una editor ante litteram, una curatrice e traduttrice attenta e precisa, che il nostro blog non può che ricordare con affetto e gratitudine per la sua vita e la sua forza di scrittrice e di donna.
« Mary Shelley è nata ed è vissuta nel sangue, e se è possibile usare una metafora squisitamente romantica, ha scritto con il sangue. Non il flusso vitale e furioso della vita, ma piuttosto un rivolo scuro, raggrumato, il rivolo che scivola via dal corpo e che conduce verso la morte »  
   
Patrizia Carrano, Le scandalose, 2003   

mercoledì 29 agosto 2012

Semplicemente uno scrittore

 Il 29 agosto di settantanove anni fa nasceva a Milano Pietro Valpreda. Noto ai più per la vicenda della strage di Piazza Fontana, processo dal quale alla fine uscì assolto dopo 1110 giorni di reclusione, vorremmo qui ricordarlo come uomo e come scrittore. Figlio di una coppia di piccoli commercianti, cominciò a lavorare come artigiano e (forse molti non lo sanno) spinto da una forte passione per la danza, a frequentare una compagnia di avanspettacolo. Pietro Valpreda ha svolto moltissimi altri mestieri, altrettanto ignoti, durante la sua vita: ha gestito un bar in Corso Garibaldi ed è stato venditore di libri per Einaudi. Ma soprattutto si è dedicato con passione alla scrittura, dapprima insieme a Piero Colaprico con cui nacque la figura del maresciallo Binda (Quattro gocce di acqua piovana, La nevicata dell'85 e La primavera dei maimorti). Nel 1959, alla morte di Colaprico, Valpreda continuò da solo. Certamente la vicenda storica rimase sempre come un'ombra sulla figura di questo scrittore e se da un lato ci aiuta (come spesso accade con gli avvenimenti biografici) a comprendere meglio le sue scelte stilistiche e narrative, sarebbe bello anche imprarare a parlare di lui e a leggerlo come un "semplice" scrittore, che tramite una penna arguta e intelligente ha da raccontare semplicemente una storia.

      
Le immagini sono tratte da blog ed enciclopedie del Web e ritraggono Valpreda in diversi momenti della sua vita e durante il processo per la strage di Piazza Fontana.

domenica 26 agosto 2012

Il meglio di ogni cosa


Non è certo un'ultima uscita quella di cui vorrei parlare oggi. Tutt'altro, si tratta di un romanzo pubblicato nel 1958 dalla casa editrice americana Simon&Schuster. Perché dedicargli una pagina del nostro blog dunque, vi chiederete, dato che ho sempre cercato di raccontare le ultime novità editoriali? Bé anzitutto perché me l'ha regalato la mia migliore amica prima di andare al mare e poi perché credo si tratti di un libro senza tempo. Se infatti la collocazione temporale della vicenda è ben precisa (1952), le cinque giovani donne attorno alle quali ruota tutta la narrazione potrebbero tranquillamente essere ragazze di oggi. Con la voglia di fare carriera per sentirsi realizzate nel lavoro che svolgono quotidianamente, con il desiderio (talvolta per nulla celato) di sposarsi e costruire una famiglia, alle prese con uomini deboli e fragili, tali e quali a quelli di oggi. La cornice è quella di una New York frizzante e a tratti spietata che accoglie sogni e aspettative di chi si allontana dalla casa dove ha sempre vissuto cercando di realizzare i propri sogni e di essere felice. Rona Jaffe forse ha saputo tracciare sapientemente questo ritratto perché all'epoca aveva all'incirca l'età delle sue protagoniste e arrancava nel mondo dell'editoria americana proprio come loro. Ma limitarsi a questa interpretazione significherebbe limitare eccessivamente i meriti di una autrice di innumerevoli successi editoriali (Class Reunion, Family Secrets, The Last Chance, Mr. Right Is Dead), che ha avuto il coraggio di raccontare con classe e intelligenza le difficoltà a cui le donne vanno incontro per essere loro stesse nel mondo che le circonda. Una lettura che ci dà coraggio e ci fa sperare in un lieto fine conquistato con le unghie e con i denti alla fine della salita.
Le copertine proposte si riferiscono alle due edizioni italiane: la prima Neri Pozza (2007), la seconda Beat (2012). Dal romanzo è stato tratto il film omonimo nel 1959 con Hope Lange, Louis Jourdan, Robert Evans e Joan Crawford, diretto da Jean Negulesco e prodotto da Jerry Wald.
"Amiche giovani, sveglie e piene di speranze, New York, vestiti, taxi, appuntamenti, delusioni e uomini troppo deboli o troppo egoisti" Daria Bignardi, Vanity Fair

sabato 25 agosto 2012

L'arte dell'autoritratto ruggente

Non avevo mai letto nulla di Albinati&Timi (al secolo Edoardo Albinati e Filippo Timi) e certamente questa pubblicazione Fandango non è tra le più celebrate dalle pubblicità, che raccontano spesso soltanto un'unica faccia dello sfaccettato panorama editoriale italiano. Tuttavia su suggerimento di Chiara Gamberale (che conduce su Rai radio 2 "Io, chiara e l'oscuro") mi sono tuffata in un universo narrativo del tutto nuovo. La trama: nelle poco più di quattrocentocinquanta pagine il protagonista, Filo, racconta quasi tutta la sua esistenza. Dalla nascita un po' travagliata e prematura, alla scoperta di essere un po' zoppo intorno ai sei anni, alle avventure dell'adolescenza vissute in un piccolo paesino umbro fino alla giovinezza e all'età adulta. Un romanzo di formazione, direte voi. Al di là del fatto che io sia abbastanza allergica a questa categorizzazione di genere così netta, non credo che questo sia l'elemento più importante sul quale focalizzarsi. Ciò che colpisce in Tuttalpiù muoio, oltre al titolo curioso e geniale nella sua brevità e concisione, è la scrittura quasi ruggente, a tratti dura come lo è la realtà italiana tra leggi non scritte, convenzioni ereditate dai secoli e pregiudizi più o meno marcati. Filo è omosessuale, ma in Italia chi lo è vive sempre in un mondo di bettole e travestiti, nell'oscurità di luoghi che nascono con la notte e muoiono all'alba? Essere omosessuale significa necessariemente vivere la trasgressione quotidianamente? Per evitare questa vita così alternativa e trovare un po' di serenità è indispensabile un matrimonio eterosessuale?
Attraverso la voce di un personaggio che racconta senza filtri i propri pensieri e le proprie opinioni, gli autori destrutturando la narrazione in realtà le danno una struttura forte. Senza i fronzoli di descrizioni eccessive, con pochi personaggi e secondo una modalità partecipativa per cui è il protagonista stesso a raccontare, analizzare, valutare i propri sbagli e il mondo che lo circonda, sanno realizzare un'opera narrativa di valore perché realmente originale e anticonformista. E non si tratta soltanto di una tematica scottante che deve farci riflettere a fondo ma anche della modalità di raccontare. Le frasi spezzate, la paratassi ostentata, il bianco che domina la pagina come fosse un copione teatrale (Filo non a caso è un attore) in modo semplice ma efficace narrano la realtà, non una storia ma il reale, che in questo caso è più forte di qualsiasi invenzione fantastica.
Sul libro si veda anche la pagina dedicata su: http://www.filippotimi.com/tuttalpiumuoio.htm

venerdì 24 agosto 2012

Buon compleanno Bianca!


Domenica 12 agosto 2012 è stato un giorno speciale. Bianca Pitzorno ha festeggiato il suo settantesimo compleanno. La immagino soffiare sulle candeline senza nemmeno fermarsi un secondo per chiedersi quale desiderio possa esprimere. Con i capelli soffici come nuvole di panna e le mani fresche nonostante il caldo, la immagino sorridere in una delle sue poltroncine di vimini, nella sua casa milanese che sa di mare e di salsedine. Bianca da anni non si limita, come tutti gli scrittori, ad aiutare i bambini a sognare. No, niente affatto. Lei i sogni li prende sul serio, sa bene che devono essere immaginati, definiti con precisione e poi che bisogna fare tanta fatica per farli diventare realtà. I sogni che Bianca ci ha insegnato a costruire sono veri e ostinati, come la meravigliosa inflessione sarda che scivola tra le consonati e le vocali quando racconta tutta una vita in due parole. Le sue eroine, proprio tutte, sanno bene che non c'è tempo per stare sedute a sognare ad occhi aperti, c'è tutto un mondo da scoprire, ci sono luoghi da conoscere, persone nuove da incontrare. Bianca ha cambiato tante bambine, me per prima, in modo irrimediabile e del tutto unico. Lei ribatterebbe che scrivere un libro è come scoccare una freccia, non sai dove andrà, chi colpirà, quali conseguenze avrà. Lo scrittore scocca e poi il resto è opera del lettore. Probabilmente, come sempre, ha ragione. In ogni caso le sarò eternamente grata per aver scagliato quelle frecce e per essere la meravigliosa donna che è. Auguri Bianca, con tutto il cuore.
Sito ufficiale: www.biancapitzorno.it (da questo sito è tratta la foto che la ritrae nell'estate del 2011)

lunedì 20 agosto 2012

Finché avrai bisogno di noi


L'amicizia è un fatto strano, inspiegabile. Quando si tratta di due donne poi, a volte prende una piega inaspettata. Capita di potersi allontanare per molti anni e poi di ritrovarsi come se nulla fosse, più unite che mai. Perché la vera amicizia non conosce confini temporali, va oltre ogni immaginazione, persino oltre il rancore covato per anni, quando si tratta di aiutare chi ne ha davvero bisogno. E così si scopre che la vita è in grado di ricucire mille strappi, di guarire ferite che, anche se rimarranno per sempre con le loro cicatrici a ricordarci la sofferenza che hanno portato, possono e devono rimarginarsi. L'altra storia di noi è quella che non ci aspettiamo, quella che incomincia dove pensavamo fosse finita per sempre. E se fior fior di critici appiccicano a Jennifer Weiner l'odiosa etichetta di "scrittrice di letteratura femminile" (attendo con ansia che mi spieghino quale sia la corrispondente letteratura maschile) per una volta lasciatemi dire che ci vuole un po' di speranza, una storia scritta in modo scorrevole da leggere in spiaggia o in treno per liberare la mente e per credere che anche se non siamo perfette l'amore della nostra vita esiste e aspetta soltanto noi. E la nostra migliore amica. 

martedì 7 agosto 2012

Grazie anche per questa volta

Grazie per quella volta

Grazie per quella volta in cui, da sconosciuto o quasi, mi hai ringraziata con il cuore. Grazie per tutte quelle volte in cui essere una donna è stato bellissmo, e anche per tutte le tantissime volte in cui invece è stato un susseguirsi di inadeguatezze e figuracce. Serena Dandini, nota al grande pubblico come autrice e conduttrice di celeberrimi programmi televisivi quali La tv delle ragazze, L'ottavo nano, Avanzi, Pippo Kennedy Show e Parla con me, si tuffa, proprio come fanno le fanciulle della copertina, in una nuova avventura narrativa. Dopo il grande successo di Storie di vita e di giardini (Rizzoli 2011) ritroviamo la sua scrittura graffiante e diretta, senza peli (sulla lingua o altrove). Con la grazia di chi possiede una cultura ricca e per nulla scontata, ci conduce per mano da un capitolo all'altro tra le ossessioni femminili di un secolo e i sogni nascosti tra borse strabordanti e vestiti più o meno fascianti. Perché se il mondo si divide tra coloro che sono single e gli accoppiati, se ogni donna ha un armadio strabordante di vestiti (che non mette da anni) tra i quali spicca quello della salvezza da indossare per un appuntamento dell'ultimo minuto, bé certamente Serena Dandini dimostra un grande talento nel raccontare tutto ciò con il sorriso, nel lasciar scorrere le 252 pagine come un rigenerante bicchiere d'acqua fresca nella canicola estiva.


sabato 21 luglio 2012

La biblioteca è l’arena in cui ogni giorno si rinnova la lotta omerica fra i libri e i lettori

 
Se la voce narrante è quella di una puntigliosa e quasi manicale addetta al settore "geografia" di una piccola biblioteca pubblica, se il suo modo di guardare il mondo viene filtrato dalla luminosa traccia che ogni libro lascia dentro di noi, se un racconto si configura come un lungo, esilarante monologo allora il risultato è un piacevole libro da gustare ovunque. Non occorre infatti trovarsi all'interno di una biblioteca, sono adatti anche autobus o metro, le panchine del parco o il divano di casa. Tanto il mondo delle biblioteche si scoperchierà come un vaso di Pandora, dal quale non è ancora del tutto chiaro cosa possa uscir fuori. Ecco, l'invito è quello a farsi travolgere dalla simpatia della protagonista, dalla sua mal celata cultura enciclopedica, dalle sue fragilità di donna abbandonata dal suo amore, dalle parole pungenti e dallo stile francesissimo di Sophy Divry, promettente autrice trentenne alla sua prima prova. Non si rimarrà delusi e certamente si entrerà in una biblioteca con occhi diversi.
(La traduzione del romanzo è a cura di Giusi Barbiani)
«La custode di libri è un autentico gioiello. Un monologo ironico, divertente, colto, sul piacere di stare con i libri e tra i libri. Sophie Divry ha talento, stile, intuizione, sa come maneggiare gli aggettivi… lascerà il segno, vedrete, nella letteratura».
Darwin Pastorin su "Gli Altri".

lunedì 16 luglio 2012

Se vuoi tenere qualcuno veramente separato dal resto del mondo, non c'è muro più alto del mare

Più alto del mare

Se dovessi sintetizzare la trama di questo romanzo direi che si tratta dell'incontro tra due persone, un uomo e una donna, su un'isola. Certo, l'ambientazione è del tutto particolare, un'isola su cui si trova un carcere. Certo la coppia non è qualunque, parliamo rispettivamente del padre e della moglie di due detenuti del carcere di massima sicurezza. Ciò che mi piace di questo romanzo però è il sapore salmastro dell'acqua che rimane sulle labbra dopo averlo letto d'un fiato, come quando un'onda ti trascina sott'acqua. Riemergi in un attimo ma l'acqua del mare impiega del tempo prima di liberare completamente occhi, naso, bocca. 
Credo che l'acqua sia la reale protagonista della narrazione. Quella che sgorga come "liquido organico" quando Emilia piange al modo di un diluvio divino. Diventa simbolo della presenza di un figlio incarcerato, bevuta fino all'ultimo goccio dai genitori in visita. Le parole confidate sembrano assorbite come acqua che scompare ma continua a esistere, proprio come fa la terra con la pioggia. Se dunque su quell'isola sembra non essere arrivato nulla del mondo che la circonda, certamente è presente qualcosa di essenziale, la parola appunto, che rimane incagliata tra i flutti sugli scogli, come il sale dopo che l'onda piano piano si ritira.

mercoledì 11 luglio 2012

Comincia con la neve, la storia che parla di te

 
Certe storie hanno già un inizio preciso, come se non si potesse partire a raccontarle da altri punti. In questo caso Julie Myerson fa vivere la sua protagonista in una continua altalena di ricordi, immagini, musiche del passato e del presente. La sua storia comincia intrecciandosi profondamente con un suo amore di gioventù che per qualche motivo continua a esserci per lei, come se fosse presente. La storia non può che partire da loro due, giovani, belli, innamorati. Ma prosegue in modo insolito e mantiene il lettore con il fiato sospeso fino all'ultima riga. Forse ci si immedesima nella vicenda perché a tutti noi è capitato di avere qualcuno accanto con cui abbiamo pensato saremmo rimasti per sempre, forse perché la scrittura di Julie Meyerson è tagliente ma indissolubilmente autentica e cristallina. Forse perché il "te" del titolo può essere riferito all'amore di gioventù o, perché no, al lettore stesso, a ciascuno di noi.

Maggiori informazioni sul libro e l'autrice su: 
http://www.einaudi.it/libri/libro/julie-myerson/storia-di-te/978880618709

I falò dell'autunno: purificano la terra e la preparano per nuove semine

L'eccezionale capacità di raccontare di Irène Némirovsky è nota ormai a tutti. Dopo lo straordinario successo editoriale della Suite francese (Adelphi 2005) infatti il pubblico italiano ha imparato ad apprezzare lo stile ottocentesco della scrittrice, che ci ricorda i racconti francesi di quell'epoca. I falò d'autunno è l'ultima pubblicazione Adelphi, uscita nella primavera di quest'anno. La storia è ben scandita in tre periodi cronologici: 1912-18, 1920-36, 1936-41. Non si tratta soltanto di una strutturazione in capitoli ma di un tempo, di un'epoca storica che scandisce imperturbabile le vite dei protagonisti. In particolare quella di Thérèse, meravigliosa e forte figura femminile che si staglia tra le pagine come il punto fermo attorno al quale ruota tutto: le guerre, i problemi economici, i tradimenti del marito, i figli, la miseria. Un personaggio vero, autenticamente capace di vivere sentimenti contrastanti quali l'odio e l'amore, la fatica ma anche la pazienza, la sopportazione, la speranza per un futuro diverso. Ed è proprio Thérèse il segno di speranza più forte che l'autrice lascia al lettore: senza arrendersi è sempre possibile ricominciare, riprendere in mano la propria vita ed essere felici nonostante tutto.

lunedì 2 luglio 2012

Se la somma di due solitudini può creare un'esplosione di vita


 Il Mio inverno a Zerolandia
Quando hai diciassette anni la vita può essere difficile, certamente se vivi la perdita della persona più importante della tua vita lo diventa ancora di più. Alessandra ha proprio diciassette anni e deve fare i conti con un dolore immenso che si staglia davanti a lei. Rimasta sola con la nonna deve tornare a scuola, si sa che la vita va avanti. Alessandra rifiuta il contatto con tutte le sue amiche, con tutti i compagni di scuola tranne che con Zero. Il suo vero nome è Gabriele ma al liceo i soprannomi contano più dei nomi e dicono qualcosa di te che, anche se piccolo, finisce per identificare tutto te stesso. Zero non parla, sembra impermeabile al mondo, nella classe non conta nulla. Ma Alessandra scalfisce piano piano il velo di ghiaccio che lo ricopre e scopre il dolore che sta vivendo nella sua vita. La somma di due solitudini cosa crea? Paola Predicatori ce la racconta come un'esplosione di vita. Perché sentirsi soli in due a volte è più facile. Tra le pagine che scorrono piacevoli e, seppur incredibilmente crude come la realtà, colme della speranza che la giovinezza non può che far trasparire, compaiono piccoli ritratti della madre, momenti di quotidiana felicità di cui si apprezza pienamente il valore solo una volta che li si è perduti. Una scrittura corposa, autentica, frizzante e una storia briosa come la neve che cade e ricopre tutto ma si scioglie grazie ai raggi caldi e pazienti del sole.

giovedì 28 giugno 2012

«Per il suo coraggio e l'ingegnosa ripresentazione dell'arte drammatica e teatrale» (Motivazione del Premio Nobel)

 

Immagine tratta da: tragenioefollia.blogspot.com

Oggi si festeggia il 145esimo anniversario della nascita di Luigi Pirandello. Un autore italiano noto a livello internazionale, di cui tutti noi, costretti dalla professoressa di italiano o per puro piacere, abbiamo letto qualcosa. Non ci fermeremo a ripetere ciò che tutti sappiamo: quanto questo autore sia stato importante, il Nobel che ha ricevuto. Pirandello, con il suo cosiddetto uomo della crisi, propone un messaggio attualissimo. E non siamo soltanto noi a dirlo, i suoi testi teatrali ancora riempiono i teatri italiani. I suoi romanzi, se letti con attenzione, sembrano raccontare la realtà di oggi. Senza rubare spazio alle sue parole, che certo devono sempre essere poste al centro di ogni analisi, di qualsiasi tipologia essa sia (critica, stilistica, narratologica, epistemologica, sociale) vorremmo soltanto ricordare quanto il suo paradigma di umorismo abbia modificato completamente non soltanto il panorama dell'epoca ma anche i punti di riferimento dei lettori di oggi che con lui, volenti o nolenti, devono fare i conti. Buon compleanno dunque a un simbolo di quella letteratura che ha reso grande l'Italia nel mondo.

"La facoltà d'illuderci che la realtà d'oggi sia la sola vera, se da un canto ci sostiene, dall'altro ci precipita in un vuoto senza fine, perché la realtà d'oggi è destinata a scoprire l'illusione domani. E la vita non conclude. Non può concludere. Se domani conclude, è finita."

 "L'uomo piglia a materia anche se stesso, e si costruisce, sissignori, come una casa. Voi credete di conoscervi se non vi costruite in qualche modo? E ch'io possa conoscervi se non vi costruisco a modo mio? E voi me, se non mi costruite a modo vostro? Possiamo conoscere soltanto quello a cui riusciamo a dar forma. Ma che conoscenza può essere? È forse questa forma la cosa stessa? Sì, tanto per me, quanto per voi; ma non così per me come per voi: tanto vero che io non mi riconosco nella forma che mi date voi, né voi in quella che vi do io; e la stessa cosa non è uguale per tutti e anche per ciascuno di noi può di continuo cangiare, e difatti cangia di continuo. Eppure, non c'è altra realtà fuori di questa, se non cioè nella forma momentanea che riusciamo a dare a noi stessi, agli altri, alle cose. La realtà che ho io per voi è nella forma che voi mi date; ma è realtà per voi e non per me; la realtà che voi avete per me è nella forma che io vi do; ma è realtà per me e non per voi; e per me stesso io non ho altra realtà se non nella forma che riesco a darmi. E come? Ma costruendomi, appunto."
da Uno, nessuno, centomila, 1926

martedì 26 giugno 2012

Premio Antonio Feltrinelli 2012 a Lodovica Braida




Con grande gioia ho appreso che il premio Antonio Feltrinelli 2012 è stato assegnato a Lodovica Braida, professoressa di Storia della stampa e dell'editoria e di Storia del libro e dei sistemi editoriali presso l'Università degli Studi di Milano. Il premio, uno dei più prestigiosi in ambito nazionale, è conferito ogni anno a studiosi dell'ambito umanistico e scientifico. Ciò che mi ha resa felice è non solo che la professoressa Braida, un modello nel suo ambito professionale, una studiosa che continua a fare ricerca senza limitarsi ad essere docente universitaria, sia stata insignita di questo riconoscimento, ma anche che finalmente sia un Ateneo pubblico ad avvalersi della sua preziosa collaborazione.
Citiamo qui solo alcune delle pubblicazioni della dottoressa Braida, invitandovi a consultare il suo ricchissimo curriculum sul sito dell'Università degli Studi di Milano (http://www.dssds.unimi.it/dipartimento/docenti/braida/braida_curr.htm):
Libri:
1.      Le guide del tempo. Produzione, contenuti e forme degli almanacchi piemontesi nel Settecento, Torino,Deputazione Subalpina di Storia Patria, 1989, pp. 284.
2.      Il commercio delle idee. Editoria e circolazione del libro nella Torino del Settecento, Firenze, Olschki, 1995; 20022, pp. 403.
3.      Stampa e cultura in Europa tra XV e XVI secolo, Roma-Bari, Laterza, 2000, 20097, pp. 162.
4.      Libri di lettere. Le raccolte epistolari del Cinquecento tra inquietudini religiose e ‘buon volgare’, Roma-Bari, Laterza, 2009, 20092, pp. 330.
 Curatele:
5.      Valentino Bompiani. Il percorso di un editore ‘artigiano’, a cura di Lodovica Braida, Milano, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2003, pp. 278.
6.      Testi, forme e usi del libro. Teorie e pratiche di cultura editoriale. Giornate di Studio 2006, Università degli Studi di Milano-APICE, 13-14 novembre 2006, a cura di Lodovica Braida e Alberto Cadioli, Milano, Sylvestre Bonnard, 2007, pp. 285.
7.      Amici di carta. Viaggio nella letteratura per i ragazzi, a cura di Lodovica Braida et alii, Milano, Università degli Studi di Milano-Skira, 2007, pp. 197.
8.      Libri per tutti. Generi editoriali di larga circolazione tra antico regime ed età contemporanea, a cura di Lodovica Braida e Mario Infelise, Torino, Utet, 2010, pp. 359.
Collaborazione alla Storia di Torino, Torino, Einaudi, 9 voll., 1997-2002.
9.      Editoria, committenza e censura a Torino tra gli ultimi decenni del '600 e il primo '700, in Storia di Torino, IV vol., a cura di Giuseppe Ricuperati, Torino,  Einaudi, 2002, pp. 1093-1125.
10.  Editoria e circolazione del libro (1740-1792), in Storia di Torino, V vol., a cura di Giuseppe Ricuperati, Torino, Einaudi, 2002, pp. 267-341.

lunedì 25 giugno 2012

Happy end in Charlotte Street


Lo confesso, ho acquistato questo libro perché avevo voglia di leggere una storia a lieto fine. E fin dalla coperina, La ragazza di Charlotte Street ha tutto l'aspetto di essere un romanzo spensierato. Senza nulla togliere ai suoi personaggi ben costruiti, alle macchinazioni del destino, che come un'ombra sorprende dietro ogni angolo delle vie di Londra, e con tutta la magia delle macchine fotografiche usa e getta, Danny Wallace ci tiene incollati alle sue quattrocento pagine con il fiato sospeso, in attesa proprio del lieto fine. Certo, la ragazza di Charlotte Street è poco più di un fantasma dagli occhi lucenti, incontrata per caso una sera e diventata la proiezione di sogni e fantasie del protagonista, Jason, giornalista freelance e insegnante. Nel tentativo di ritrovarla egli scopre molto di sé, di ciò che lo blocca e gli impedice di crescere, di chiudere con il passato, di accettare che la sua ex si sia rifatta una vita. Jason raccoglie tutte le nostre debolezze e insieme la capacità straordinaria propria dell'uomo di sognare nonostante le avversità che lo circondano. In tempi di crisi economica è quello che ci vuole: una sana ventata di ottimismo e la consapevolezza che se anche non abbiamo i soldi per comprarci una macchina fotografica digitale tanto meglio, possiamo ritrovare la poesia di quelle usa e getta.

Per info sull'autore:

mercoledì 20 giugno 2012

Se il caos è regolamentato da una precisa teoria




Maggiori informazioni sull'autrice e sul volume all'indirizzo:

Ho trovato questo libro per caso, sullo scaffale delle novità della mia biblioteca e l'ho scelto un po' per la copertina curiosa (mi sento chiamata in causa nella "generazione alla ricerca della felicità"), un po' perché l'autrice è giovane (è nata nel 1985) e anche solo per questo vale la pena di ascoltare ciò che ha da dire. Il romanzo si presenta in una forma curiosa, racconta di Miriam ed Evan, una coppia, che c'è di nuovo direte voi. Bè è necessario premettere nella storia non c'è nulla di convenzionale: i due si amano, certo, ma del tutto a modo loro ed Evan ha importanti problemi relazionali (non esce di casa, per capirci). L'amore ostinato di Miriam basterà per sistemare le cose? A fare da sfondo a una vicenda esilarante quanto divertente la domanda chiave (che spiega il titolo): "che cosa c'entra la teoria del caos?". Tutto e niente. Figure losche infatti, come parche pronte a tagliare i fili, giocano in una partita a carte la vita delle persone, bilanciando morte e sopravvivenza sulla base di simpatie presunte o cattiverie accertate. Dunque tutto è regolato dal caos? O il caos sottende un ordine preciso al quale non ci si può sottrarre? Forse entrambe le domande hanno risposta affermativa, certamente occorre tenere d'occhio questa autrice perché, seppure alla prima prova nella stesura di romanzi per adulti, apre una finestra nuova e interessante nel panorama editoriale e letterario italiano.

Felicità raggiunta, si cammina...




 (Immagine tratta da http://www.guadagnuolo.it)
  

F
elicità raggiunta, si cammina

Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari,il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.


(Eugenio Montale, Ossi di seppia)

Ricordiamo oggi Eugenio Montale augurando in bocca al lupo a tutti i maturandi che hanno trovato una traccia relativa a aquesto autore tra quelle dei tempi dell'esame di stato.