
L'eccezionale capacità di raccontare di Irène Némirovsky è nota ormai a tutti. Dopo lo straordinario successo editoriale della Suite francese (Adelphi 2005) infatti il pubblico italiano ha imparato ad apprezzare lo stile ottocentesco della scrittrice, che ci ricorda i racconti francesi di quell'epoca. I falò d'autunno è l'ultima pubblicazione Adelphi, uscita nella primavera di quest'anno. La storia è ben scandita in tre periodi cronologici: 1912-18, 1920-36, 1936-41. Non si tratta soltanto di una strutturazione in capitoli ma di un tempo, di un'epoca storica che scandisce imperturbabile le vite dei protagonisti. In particolare quella di Thérèse, meravigliosa e forte figura femminile che si staglia tra le pagine come il punto fermo attorno al quale ruota tutto: le guerre, i problemi economici, i tradimenti del marito, i figli, la miseria. Un personaggio vero, autenticamente capace di vivere sentimenti contrastanti quali l'odio e l'amore, la fatica ma anche la pazienza, la sopportazione, la speranza per un futuro diverso. Ed è proprio Thérèse il segno di speranza più forte che l'autrice lascia al lettore: senza arrendersi è sempre possibile ricominciare, riprendere in mano la propria vita ed essere felici nonostante tutto.
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