
Un titolo così è senz'altro l'orgoglio di chi l'ha pensato. Ti spinge a leggere la quarta di copertina solo per la curiosità di capire che cosa significhi questa buffa domanda. retorica, direte voi. No, no reale come non mai, soprattutto quando te la pone tua madre. Ma andiamo con ordine. Siamo in un piccolo paesino dell'America degli anni Settanta, Jeanette Winterson, sedici anni, vive con la madre e il padre in una grende casa. Fin qui nulla di strano. Se non fosse per il fatto che Jeanette si scopre innamorata di una sua amica, ma soprattutto che quella madre ossessionata dall'idea di peccato, di rettitudine e di morale, abbia adottato Jeanette quando aveva sei settimane di vita. Il cuore di questa storia narrata senza remore, senza neppure celare il nome dell'autrice che si rispecchia pari pari in quello della protagonista, non è semplicemente una storia d'amore omoerotica. Si tratta del complesso rapporto tra una donna e sua madre e di come questo influenzi il modo in cui la figlia guarda il mondo e si relaziona con chi la circonda. Un tema mai del tutto superato, mai banale, in questo caso trattato il modo lucido e reale. La sofferenza di chi si trova da adulta a tentare di (ri)costruirsi una identità è percepita in modo forte e deciso, come una domanda diretta e pungente di felicità più che di normalità.
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