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venerdì 31 agosto 2012

Questo è solo un arrivederci

   
Immagini liberamente tratte da siti e blog (blog.vita.it, cial onlus.org, fellback.it)

Pochi minuti fa abbiamo appreso la notizia della morte di Carlo Maria Martini. Aveva 85 anni e stava trascorrendo questo ultimo periodo di malattia a Gallarate, presso l'istituto filosofico Aloisianum. Lasciamo la retorica a chi sa scrivere meglio e su testate più prestigiose. Nel mio piccolo ricordo con tenerezza la correzione delle bozze delle lettere, uscite sul Corriere della Sera nel periodo natalizio, quando tutti sono in vacanza e i redattori e correttori dei quotidiani lavorano comunque febbrilmente. Ricordo la mia emozione e anche la delicatezza con cui egli sapeva affrontare questioni spinose o lettori dai toni particolarmente duri. Ricordo i camion di cesti e doni che ogni Natale arrivavano a Gallarate, dove egli risiedeva, proprio come una processione segno del profondo affetto che molte persone comuni nutrivano per lui. La sua bibliografia è quasi sterminata (Le ali della libertà, Conversazioni notturne a Gerusalemme, Le tenebre e la luce, Il Dio nascosto, Qualcosa di personale per citarne solo alcuni titoli), le imprese compiute come arcivescovo di Milano altrettanto. Non voglio utilizzare parole superflue né altisonanti ma solo esprimergli la mia gratitudine, anche per ciò che ha sempre detto e fatto nei confronti degli scout. Spero che il percorso da lui intrapreso possa essere il punto di partenza per chi avrà il difficile compito di venire dopo di lui.

giovedì 30 agosto 2012

Auguri a una editor ante litteram

  File:MaryShelleyEaston3.jpg
A sinistra: Ritratto di Mary Shelley (particolare) di Richard Rothwell (1840) 
A destra: Ritratto di Mary Shelley compiuto da Reginald Easton (1857 circa)

Oggi è il compleanno di una grande scrittrice di tutti i tempi, Mary Wollstonecraft Godwin, meglio nota con il cognome del marito, Shelley. Nata nel 1797, più di duecento anni fa, è entrata nelle nostre vite negli anni del liceo, grazie all'opera che l'ha resa famosa fino ad oggi, Frankenstein: or The Modern Prometheus, pubblicata nel 1818. Ma questa giovane donna, a ventun anni aveva compiuto già molte imprese incredibili per quei tempi, quasi quanto scrivere un'opera di secolare successo. Tanto per cominciare da qualche anno aveva una relazione con Percy Bysshe Shelley, nulla di strano se non fosse che il gentiluomo all'epoca era già sposato con Harriet Westbrook. Come se non bastasse fuggì con lui in Francia e rimase incinta di una bambina. Alla fine riuscì a sposarlo nel 1816, ma solo dopo il suicidio della di lui consorte. Probabilmente la sua forza d'animo le derivava da un'infanzia difficile vissuta accanto alla sorellastra Claire Clairmont e permeata dei valori del femminismo che si respiravano nella sua casa di filosofi. Sta di fatto che non solo come abbiamo detto, alla bellezza di ventun anni scrisse quel capolavoro di Frankenstein, ma si preoccupò anche, una volta morto il marito, di curare la pubblicazione delle sue opere. Una editor ante litteram, una curatrice e traduttrice attenta e precisa, che il nostro blog non può che ricordare con affetto e gratitudine per la sua vita e la sua forza di scrittrice e di donna.
« Mary Shelley è nata ed è vissuta nel sangue, e se è possibile usare una metafora squisitamente romantica, ha scritto con il sangue. Non il flusso vitale e furioso della vita, ma piuttosto un rivolo scuro, raggrumato, il rivolo che scivola via dal corpo e che conduce verso la morte »  
   
Patrizia Carrano, Le scandalose, 2003   

mercoledì 29 agosto 2012

Semplicemente uno scrittore

 Il 29 agosto di settantanove anni fa nasceva a Milano Pietro Valpreda. Noto ai più per la vicenda della strage di Piazza Fontana, processo dal quale alla fine uscì assolto dopo 1110 giorni di reclusione, vorremmo qui ricordarlo come uomo e come scrittore. Figlio di una coppia di piccoli commercianti, cominciò a lavorare come artigiano e (forse molti non lo sanno) spinto da una forte passione per la danza, a frequentare una compagnia di avanspettacolo. Pietro Valpreda ha svolto moltissimi altri mestieri, altrettanto ignoti, durante la sua vita: ha gestito un bar in Corso Garibaldi ed è stato venditore di libri per Einaudi. Ma soprattutto si è dedicato con passione alla scrittura, dapprima insieme a Piero Colaprico con cui nacque la figura del maresciallo Binda (Quattro gocce di acqua piovana, La nevicata dell'85 e La primavera dei maimorti). Nel 1959, alla morte di Colaprico, Valpreda continuò da solo. Certamente la vicenda storica rimase sempre come un'ombra sulla figura di questo scrittore e se da un lato ci aiuta (come spesso accade con gli avvenimenti biografici) a comprendere meglio le sue scelte stilistiche e narrative, sarebbe bello anche imprarare a parlare di lui e a leggerlo come un "semplice" scrittore, che tramite una penna arguta e intelligente ha da raccontare semplicemente una storia.

      
Le immagini sono tratte da blog ed enciclopedie del Web e ritraggono Valpreda in diversi momenti della sua vita e durante il processo per la strage di Piazza Fontana.

domenica 26 agosto 2012

Il meglio di ogni cosa


Non è certo un'ultima uscita quella di cui vorrei parlare oggi. Tutt'altro, si tratta di un romanzo pubblicato nel 1958 dalla casa editrice americana Simon&Schuster. Perché dedicargli una pagina del nostro blog dunque, vi chiederete, dato che ho sempre cercato di raccontare le ultime novità editoriali? Bé anzitutto perché me l'ha regalato la mia migliore amica prima di andare al mare e poi perché credo si tratti di un libro senza tempo. Se infatti la collocazione temporale della vicenda è ben precisa (1952), le cinque giovani donne attorno alle quali ruota tutta la narrazione potrebbero tranquillamente essere ragazze di oggi. Con la voglia di fare carriera per sentirsi realizzate nel lavoro che svolgono quotidianamente, con il desiderio (talvolta per nulla celato) di sposarsi e costruire una famiglia, alle prese con uomini deboli e fragili, tali e quali a quelli di oggi. La cornice è quella di una New York frizzante e a tratti spietata che accoglie sogni e aspettative di chi si allontana dalla casa dove ha sempre vissuto cercando di realizzare i propri sogni e di essere felice. Rona Jaffe forse ha saputo tracciare sapientemente questo ritratto perché all'epoca aveva all'incirca l'età delle sue protagoniste e arrancava nel mondo dell'editoria americana proprio come loro. Ma limitarsi a questa interpretazione significherebbe limitare eccessivamente i meriti di una autrice di innumerevoli successi editoriali (Class Reunion, Family Secrets, The Last Chance, Mr. Right Is Dead), che ha avuto il coraggio di raccontare con classe e intelligenza le difficoltà a cui le donne vanno incontro per essere loro stesse nel mondo che le circonda. Una lettura che ci dà coraggio e ci fa sperare in un lieto fine conquistato con le unghie e con i denti alla fine della salita.
Le copertine proposte si riferiscono alle due edizioni italiane: la prima Neri Pozza (2007), la seconda Beat (2012). Dal romanzo è stato tratto il film omonimo nel 1959 con Hope Lange, Louis Jourdan, Robert Evans e Joan Crawford, diretto da Jean Negulesco e prodotto da Jerry Wald.
"Amiche giovani, sveglie e piene di speranze, New York, vestiti, taxi, appuntamenti, delusioni e uomini troppo deboli o troppo egoisti" Daria Bignardi, Vanity Fair

sabato 25 agosto 2012

L'arte dell'autoritratto ruggente

Non avevo mai letto nulla di Albinati&Timi (al secolo Edoardo Albinati e Filippo Timi) e certamente questa pubblicazione Fandango non è tra le più celebrate dalle pubblicità, che raccontano spesso soltanto un'unica faccia dello sfaccettato panorama editoriale italiano. Tuttavia su suggerimento di Chiara Gamberale (che conduce su Rai radio 2 "Io, chiara e l'oscuro") mi sono tuffata in un universo narrativo del tutto nuovo. La trama: nelle poco più di quattrocentocinquanta pagine il protagonista, Filo, racconta quasi tutta la sua esistenza. Dalla nascita un po' travagliata e prematura, alla scoperta di essere un po' zoppo intorno ai sei anni, alle avventure dell'adolescenza vissute in un piccolo paesino umbro fino alla giovinezza e all'età adulta. Un romanzo di formazione, direte voi. Al di là del fatto che io sia abbastanza allergica a questa categorizzazione di genere così netta, non credo che questo sia l'elemento più importante sul quale focalizzarsi. Ciò che colpisce in Tuttalpiù muoio, oltre al titolo curioso e geniale nella sua brevità e concisione, è la scrittura quasi ruggente, a tratti dura come lo è la realtà italiana tra leggi non scritte, convenzioni ereditate dai secoli e pregiudizi più o meno marcati. Filo è omosessuale, ma in Italia chi lo è vive sempre in un mondo di bettole e travestiti, nell'oscurità di luoghi che nascono con la notte e muoiono all'alba? Essere omosessuale significa necessariemente vivere la trasgressione quotidianamente? Per evitare questa vita così alternativa e trovare un po' di serenità è indispensabile un matrimonio eterosessuale?
Attraverso la voce di un personaggio che racconta senza filtri i propri pensieri e le proprie opinioni, gli autori destrutturando la narrazione in realtà le danno una struttura forte. Senza i fronzoli di descrizioni eccessive, con pochi personaggi e secondo una modalità partecipativa per cui è il protagonista stesso a raccontare, analizzare, valutare i propri sbagli e il mondo che lo circonda, sanno realizzare un'opera narrativa di valore perché realmente originale e anticonformista. E non si tratta soltanto di una tematica scottante che deve farci riflettere a fondo ma anche della modalità di raccontare. Le frasi spezzate, la paratassi ostentata, il bianco che domina la pagina come fosse un copione teatrale (Filo non a caso è un attore) in modo semplice ma efficace narrano la realtà, non una storia ma il reale, che in questo caso è più forte di qualsiasi invenzione fantastica.
Sul libro si veda anche la pagina dedicata su: http://www.filippotimi.com/tuttalpiumuoio.htm

venerdì 24 agosto 2012

Buon compleanno Bianca!


Domenica 12 agosto 2012 è stato un giorno speciale. Bianca Pitzorno ha festeggiato il suo settantesimo compleanno. La immagino soffiare sulle candeline senza nemmeno fermarsi un secondo per chiedersi quale desiderio possa esprimere. Con i capelli soffici come nuvole di panna e le mani fresche nonostante il caldo, la immagino sorridere in una delle sue poltroncine di vimini, nella sua casa milanese che sa di mare e di salsedine. Bianca da anni non si limita, come tutti gli scrittori, ad aiutare i bambini a sognare. No, niente affatto. Lei i sogni li prende sul serio, sa bene che devono essere immaginati, definiti con precisione e poi che bisogna fare tanta fatica per farli diventare realtà. I sogni che Bianca ci ha insegnato a costruire sono veri e ostinati, come la meravigliosa inflessione sarda che scivola tra le consonati e le vocali quando racconta tutta una vita in due parole. Le sue eroine, proprio tutte, sanno bene che non c'è tempo per stare sedute a sognare ad occhi aperti, c'è tutto un mondo da scoprire, ci sono luoghi da conoscere, persone nuove da incontrare. Bianca ha cambiato tante bambine, me per prima, in modo irrimediabile e del tutto unico. Lei ribatterebbe che scrivere un libro è come scoccare una freccia, non sai dove andrà, chi colpirà, quali conseguenze avrà. Lo scrittore scocca e poi il resto è opera del lettore. Probabilmente, come sempre, ha ragione. In ogni caso le sarò eternamente grata per aver scagliato quelle frecce e per essere la meravigliosa donna che è. Auguri Bianca, con tutto il cuore.
Sito ufficiale: www.biancapitzorno.it (da questo sito è tratta la foto che la ritrae nell'estate del 2011)

lunedì 20 agosto 2012

Finché avrai bisogno di noi


L'amicizia è un fatto strano, inspiegabile. Quando si tratta di due donne poi, a volte prende una piega inaspettata. Capita di potersi allontanare per molti anni e poi di ritrovarsi come se nulla fosse, più unite che mai. Perché la vera amicizia non conosce confini temporali, va oltre ogni immaginazione, persino oltre il rancore covato per anni, quando si tratta di aiutare chi ne ha davvero bisogno. E così si scopre che la vita è in grado di ricucire mille strappi, di guarire ferite che, anche se rimarranno per sempre con le loro cicatrici a ricordarci la sofferenza che hanno portato, possono e devono rimarginarsi. L'altra storia di noi è quella che non ci aspettiamo, quella che incomincia dove pensavamo fosse finita per sempre. E se fior fior di critici appiccicano a Jennifer Weiner l'odiosa etichetta di "scrittrice di letteratura femminile" (attendo con ansia che mi spieghino quale sia la corrispondente letteratura maschile) per una volta lasciatemi dire che ci vuole un po' di speranza, una storia scritta in modo scorrevole da leggere in spiaggia o in treno per liberare la mente e per credere che anche se non siamo perfette l'amore della nostra vita esiste e aspetta soltanto noi. E la nostra migliore amica. 

martedì 7 agosto 2012

Grazie anche per questa volta

Grazie per quella volta

Grazie per quella volta in cui, da sconosciuto o quasi, mi hai ringraziata con il cuore. Grazie per tutte quelle volte in cui essere una donna è stato bellissmo, e anche per tutte le tantissime volte in cui invece è stato un susseguirsi di inadeguatezze e figuracce. Serena Dandini, nota al grande pubblico come autrice e conduttrice di celeberrimi programmi televisivi quali La tv delle ragazze, L'ottavo nano, Avanzi, Pippo Kennedy Show e Parla con me, si tuffa, proprio come fanno le fanciulle della copertina, in una nuova avventura narrativa. Dopo il grande successo di Storie di vita e di giardini (Rizzoli 2011) ritroviamo la sua scrittura graffiante e diretta, senza peli (sulla lingua o altrove). Con la grazia di chi possiede una cultura ricca e per nulla scontata, ci conduce per mano da un capitolo all'altro tra le ossessioni femminili di un secolo e i sogni nascosti tra borse strabordanti e vestiti più o meno fascianti. Perché se il mondo si divide tra coloro che sono single e gli accoppiati, se ogni donna ha un armadio strabordante di vestiti (che non mette da anni) tra i quali spicca quello della salvezza da indossare per un appuntamento dell'ultimo minuto, bé certamente Serena Dandini dimostra un grande talento nel raccontare tutto ciò con il sorriso, nel lasciar scorrere le 252 pagine come un rigenerante bicchiere d'acqua fresca nella canicola estiva.