
Natasa Dragnic è nata a Spalato, in Croazia ed è conosciuta, in Italia e all'estero, per la sua prima pubblicazione Ogni giorno, ogni ora (Feltrinelli 2011). Un romanzo bellissimo, delicato come la schiuma del mare, che racconta di un amore senza fine, profondo e terso, di due amanti che si avvicinano e si allontanano come accade con le onde e il bagnasciuga. Dopo aver letto (e amato molto) questo suo primo romanzo, ho deciso di leggere anche il secondo, incuriosita dalla capacità che ha questa straordinaria scrittrice di raccontare. Sembra banale eppure non lo è affatto: la capacità di narrare autenticamente una storia è quanto di più difficile oggi si possa ritrovare in un qualsiasi romanzo. Ma veniamo a Ancora una volta il mare.
Tre sorelle diverse che più diverse non si può, una famiglia normale e un ragazzo, Alessandro, che finirà per intersecare i fili delle esistenze di tutte e tre con la sua, indissolubilmente. E nonostante la rabbia, il rancore, il dolore, le sofferenze umane e fisiche, tutte le difficoltà che la vita ci costringe ad affrontare, nonostante tutto e tutti, il legame tra sorelle è qualcosa che graniticamente resta saldo. Come una roccia nella tempesta, come un vento che può placare temporaneamente la sua forza ma mai tacitarsi del tutto, quel rapporto di lotta e di amore resiste e si rafforza, cresce indipendentemente da noi. Chi di voi ha dei fratelli può capirlo bene, chi ha delle sorelle (due in particolare) lo può comprendere ancora meglio. Il non detto, le parole che sembrano volate troppo in alto o cadute nel vuoto, le grida, le lacrime, tutto contribuisce a coltivare, rafforzare, portare avanti questa relazione. E proprio quella è la forma più autentica e profonda di amore fraterno, quella che sa sempre sorprendere, quella che provoca i più grandi dolori ma anche le più cristalline, inaspettate gioie.
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