Appartenere a qualcosa, a qualcuno, pensò. Forse è l'unico modo perché i nostri piedi diventino radici. Piantare radici e poi diventare alberi, che il vento non porta via. Come la quercia del vecchio Dante, che è nello stesso pezzo di terra da così tante vite da poter sicuramente essere considerato il più vecchio abitante dei dintorni.
(pp. 108- 109)
I piedi, le radici che ci spingono a restare, che ci fanno sentire fermamente legati a quella terra che ci nutre e ci ha generati. Il vento che tutto travolge, che scompiglia i nostri rami e i progetti che abbiamo per la nostra vita. Partiamo da qui per chiacchierare dell'ultimo romanzo di Mattia Signorini, Ora.
Cominciamo da un'immagine legata alla natura eppure sempre efficace come quella dell'albero. Ettore, il protagonista della storia, è ormai adulto, almeno anagraficamente, si è costruito una vita sua, è indipendente e vive a Milano. La gravidanza della sorella Claudia, che crescerà suo figlio senza un padre, lo costringe tuttavia a tornare nel piccolo paese in cui è nato, per vendere la casa di famiglia dopo la morte dei genitori. Ma non si può diventare realmente adulti senza fare i conti con il passato, con le nostre radici e anche con ciò che è accaduto durante la nostra giovinezza. Ettore è un uomo che non ha ancora imparato a scegliere qualcosa per sé. Si lasciava condurre dai consigli della sorella nel rapporto con i genitori, segue la via tracciata dal suo agente per la pubblicazione dei suoi libri, è fuggito dall'unica donna che abbia realmente amato senza un perché. Ma i nodi vengono al pettine e soprattutto, crescere è scegliere. E non importa in quale generazione siamo nati, se in quella della vecchia Ester o del piccolo Luca, ci dobbiamo passare tutti, prima o poi.
Con il suo tratto limpido, Mattia Signorini racconta deliziosamente una storia di famiglia, di amore, di giovinezza e di vecchiaia, di maturità e di adultità, sullo sfondo della piccola provincia meravigliosamente e genuinamente italiana. Una prova concreta del fatto che la narrativa italiana è viva, brillante e più che mai in crescita e che i giovani del nostro Paese non sono tutti schizzinosi o bamboccioni.
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