venerdì 1 marzo 2013

Milano è una selva oscura

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Forse chi vive a Milano da sempre lo sa molto bene, Milano è una selva oscura. Il riferimento dantesco del titolo è confermato dal nome del protagonista di questo incredibile viaggio attraverso Milano, Dante appunto. O meglio, il Dante perché si sa, i milanesi mettono l'articolo anche davanti ai nomi di persona. Ebbene il Dante è un vagabondo, un senza dimora che si muove tra le piazze e i vicoli di una città capace di cambiare con lo scorrere delle stagioni, ma infondo di rimanere sempre uguale, sempre fedele a se stessa. Milano è spietata, cruda in certi scorci di rara bellezza, abitata da fantasmi e anche dalle anime dei poeti che l'hanno celebrata. Carlo Porta su tutti, ovviamente. Una Milano che pare fuori dal tempo all'inizio del romanzo ma che in realtà è legata a doppio filo agli anni di piombo, alla strage di piazza Fontana, al clima di sospetto e di paura che si insinua fin dentro le ossa, un po' come il gelo umido dell'inverno. Laura Pariani riesce là dove sarebbe stato facile cadere già noto. Propone ampi scorci di dialetto senza che mai mettano in difficoltà il lettore, riecheggia la poesia d'altri tempi senza mai appesantire troppo la narrazione. E ci fa scoprire che infondo questa selva oscura la amiamo dal profondo delle nostre viscere e che comunque vadano le cose è bello abitarla.

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