venerdì 8 febbraio 2013

Mucho mojo


La sensazione più forte e decisa che questo romanzo di Lansdale lascia sulla pelle è quella dell'inquietudine.
Due uomini legati da un'amicizia di quelle che ti fanno sentire fratelli ricevono un'eredità che apparentemente ha la forma di una casa e di un bel gruzzolo di soldi, in realtà si configura ben presto come un vaso di Pandora dal cui pavimento in questo caso emergono ossa, ricordi e puzza di marcio. Tra una storia d'amore finita male e il sapore della cucina texana, Leonard e Hap si improvvisano detective e imparano a caro prezzo che il male c'è ed è forte come un pugno nello stomaco. Gli uomini possono essere causa di grande sofferenza gli uni per gli altri, sanno mostrare il loro lato peggiore e arrivare a uccidere. Non bastano certo traumi infantili o giustificazioni razionali a placare il profondo senso di ingiustizia che si percepisce di fronte a tutto ciò. Ma forse non serve capire tutto, occorre una buona dose di coraggio per andare avanti anche senza la persona di cui siamo innamorati e che ci respinge. Ma soprattutto occorre la consapevolezza che il male c'è, è reale. Come il bene del resto.

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