Translate

giovedì 25 ottobre 2012

Il primo marito


 
Uscito nel bel mezzo della stagione estiva (luglio 2012), quest'ultimo romanzo di Laura Dave potrebbe sembrare una semplice lettura estiva, che accompagna perfettamente le nostre gite in spiaggia sotto l'ombrellone. Se pubblichiamo però un post quasi alla fine del mese di ottobre un motivo ci sarà. Perché non vorremmo che questo fosse inquadrato come un libro al femminile, né una commediola (che odiamo le etichette in campo letterario è ormai cosa nota). Annie Adams, trent'anni compiuti, pensa di aver avuto tutto dalla vita: tiene una rubrica di viaggi su una rivista, ha un fidanzato e una splendida cagnolina. Eppure qualcosa va inaspettatamente storto, nonostante le più rosee aspettative (sue e nostre). Ciò che di autenticamente femminile persiste in questo romanzo è il tentativo di seguire il cuore lasciando spazio alla testa e ai suoi ragionamenti, è la superstizione che ti fa collegare la visione di un film a un cambiamento (in peggio) della nostra vita, è la fragilità che si vive quando si è lasciate (per qualcun'altra), è l'ostinazione nel voler realizzare i propri sogni. E, quel che più conta, quando si arriva a comprendere che talvolta semplicemente due persone non riescono ad amarsi contemporaneamente, allora anche un amore passato può essere definitivamente archiviato per lasciare spazio alla gioia del presente.

lunedì 15 ottobre 2012

Perché essere felice quando puoi essere normale?

 
 Un titolo così è senz'altro l'orgoglio di chi l'ha pensato. Ti spinge a leggere la quarta di copertina solo per la curiosità di capire che cosa significhi questa buffa domanda. retorica, direte voi. No, no reale come non mai, soprattutto quando te la pone tua madre. Ma andiamo con ordine. Siamo in un piccolo paesino dell'America degli anni Settanta, Jeanette Winterson, sedici anni, vive con la madre e il padre in una grende casa. Fin qui nulla di strano. Se non fosse per il fatto che Jeanette si scopre innamorata di una sua amica, ma soprattutto che quella madre ossessionata dall'idea di peccato, di rettitudine e di morale, abbia adottato Jeanette quando aveva sei settimane di vita. Il cuore di questa storia narrata senza remore, senza neppure celare il nome dell'autrice che si rispecchia pari pari in quello della protagonista, non è semplicemente una storia d'amore omoerotica. Si tratta del complesso rapporto tra una donna e sua madre e di come questo influenzi il modo in cui la figlia guarda il mondo e si relaziona con chi la circonda. Un tema mai del tutto superato, mai banale, in questo caso trattato il modo lucido e reale. La sofferenza di chi si trova da adulta a tentare di (ri)costruirsi una identità è percepita in modo forte e deciso, come una domanda diretta e pungente di felicità più che di normalità.

lunedì 8 ottobre 2012

Qualcosa di scritto

 
Vi sarete chiesti a che cosa servisse il sondaggio che ho lanciato relativo al libro dell'anno. Semplice, seguendo i vostri consigli avrei letto e di conseguenza preparato una recensione del libro più votato. Come sapete ha vinto Qualcosa di scritto di Emanuele Trevi. Candidato e finalista al Premio Strega 2012, il libro si pone a metà tra il saggio e il racconto di una parte della vita di Pier Paolo Pasolini. Non si tratta però semplicemente di una biografia, bensì della rilettura di Petrolio, romanzo incompiuto e pubblicato postumo da Einaudi nel 1992, considerato da molti come il testamento dell'autore. Trevi con la sua saggezza ci guida tra le pagine di Petrolio, ci accompagna nell'incontro con lo scrittore più amato e odiato del Novecento. 
Il titolo ricalca la definizione che Pasolini propose dello stesso testo incompiuto, come se indicandolo semplicemente come "qualcosa di scritto" volesse sfuggire alle opprimenti etichettature a cui la critica italiana lo aveva abituato. Accanto alla riscoperta dell'autore che immagina e realizza Petrolio, si trova lo scorrere contemporaneo della vita nel Fondo Pasolini di Roma, dove la voce narrante ha lavorato e incontrato molte figure di spicco del panorama italiano.
Non è necessario essere dei critici per apprezzare quest'opera: basta avere curiosità e passione per la letteratura e si potrà godere di un buon romanzo scritto in un italiano curato e decisamente gradevole.

lunedì 1 ottobre 2012

L'altro e l'altrove

 
In uscita questa settimana in tutte le librerie il saggio di Marco Aime e Davide Papotti L'altro e l'altrove. Antropologia, geografia e turismo, Piccola Biblioteca Einaudi. Gli autori si occupano rispettivamente di Antropologia Culturale e di Geografia Culturale. Davide Papotti ha già pubblicato Geografie della scrittura. Paesaggi letterari del Medio Po (Pavia 1996) e con Luisa Rossi ha curato Alla fine del viaggio (Reggio Emilia 2006). Insegna presso l'università di Parma. Marco Aime invece con Einaudi ha pubblicato Eccessi di culture (Vele 2004), Il primo libro di antropologia (Pbe Mappe, 2008), Una bella differenza. Alla scoperta delle diversità nel mondo (Super ET, 2009) e con Anna Cossetta, Il dono al tempo di Internet (2010). Ha inoltre curato M. Mauss, Saggio sul dono (Pbe 2002) e l'edizione italiana del Dizionario di antropologia e etnologia (Grandi Opere 2006 e Piccola Biblioteca Einaudi 2009). Chi come me ha avuto l'occasione di incontrarlo (insegna Antropologia Culturale all'Università di Genova) sa bene che Marco Aime vive il suo mestiere con passione e non esita a mettersi in gioco anche ora che è un antropologo affermato. In quest'ultimo saggio il tema dell'alterità, un classico dell'Antropologia Culturale, si sposa con quello del turismo, delle immagini, degli immaginari che influenzano prima della partenza, durante il viaggio e al ritorno a casa. Un'ottima riflessione sull'immaginario, dunque, che mantiene vivo e brillante il panorama dell'Antropologia italiana contemporanea.