Candida Morvillo, alla sua prima prova come autrice di romanzi, dipinge il ritratto di un'Italia pungente e a tratti disgustosa, in cui l'immagine e la televisione sono poste al centro della vita di tutti. E non soltanto perché i personaggi che abitano le pagine del romanzo sono soubrette televisive vere o presunte, in carriera o agli esordi, agenti di spettacolo, sfruttatori, presidenti, uomini di potere e assistenti/sguatteri trattati alla stregua di zerbini. La televisione è fulcro della vita di tutti. Compresi pubblico, genitori, amici, relazioni sociali e amorose. Da essa dipendono equilibri e fili che il Presidente allunga e accorcia come un sapiente burattinaio. Da lui tutto dipende. Astrid, la protagonista, ha modificato anche il suo nome per entrare in questo universo patinato. E probabilmente i sacrifici sono stati premiati dato che è fidanzata con un altolocato quanto insipido conte e conduce il programma di successo del pomeriggio. Persino i suoi genitori, grazie alla tv, si sono convinti che Astrid possa aspirare a qualcosa di più rispetto alla vita del piccolo paesino calabrese da cui proviene. Eppure qualcosa non va, eppure quel perfetto e scintillante mondo a un tratto si incrina. E qualcuno perde il lume della ragione; così Astrid si ferma e, per la prima volta, osserva le cose da fuori. Si rende conto di ciò che sta vivendo, del mondo nel quale tanto faticosamente si è guadagnata un ruolo, uno spazio. Ma a quale prezzo? Quanto di se stessa è rimasto schiacciato sotto il peso dei tacchi alti e dei vestiti di pizzo firmati? Di risposte non ne troverete nessuna. Ma certamente vi resteranno diverse domande appiccicate alle dita mentre girate le pagine immersi nella lettura.